Nelle prime luci del mattino Budapest è ammantata da una sottile nebbiolina sospesa. Come un limbo ovattato che vela la malinconia degli imponenti edifici anneriti della capitale ungherese, monumenti di una dignità decadente, vestigia di una magnificenza imperiale inghiottita dalla storia.
Una calma surreale avvolge le strade, prima che la città si svegli del tutto.
Budapest è elegante e triste al tempo stesso, l’aria è fresca e dilata narici e polmoni, mentre un vento dispettoso e impertinente scompiglia l’ordine distratto e casuale dei miei pensieri, gonfiando la mia ampia gonna.
Mulinelli di spensierate foglie percorrono improbabili sentieri d’autunno.
Passeggiare mi regala calma  e tempo per riflettere e sognare.
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In the early morning Budapest is mantled by a suspended thin mist. Like a muffled limbo sailing melancholy of imposing blackened buildings of the Hungarian capital, monuments of decadent dignity vestiges of an imperial magnificence swallowed by history. 
A surreal calm envelops the streets, before the city wakes up completely. 
Budapest is elegant and sad at the same time, the air is fresh and dilates the nostrils and lungs, while a mischievous and sassy wind ruffles the distracted order of my random thoughts, inflating my wide skirt.
Swirls of carefree leaves run unlikely autumn trails.
Walking gives me calm and time to reflect and dream.
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Location Budapest- Hungary
I was wearing:
4Ru-Re fur jacket
Patrizia Pepe turtleneck
Luigi Gaglione flared skirt
Ray Ban “Aviator” sunnies
Chanel necklace, “Boy” bag and boots