Il Vittoriano, il cui nome deriva da Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, venne realizzato nel 1885 dall’architetto Giuseppe Sacconi, che si ispirò ai maestosi santuari ellenistici, per celebrare l’unità nazionale.

Alla morte del sovrano, infatti, fu deciso di innalzare un monumento che celebrasse il Padre della Patria e con lui l’intera stagione risorgimentale.
Inizialmente concepito come monumento alla dinastia dei Savoia, successivamente divenne luogo per la sepoltura del “Milite Ignoto”, il corpo di un militare italiano morto durante la Grande Guerra, che rappresenta tutti i caduti e i dispersi nelle varie battaglie.
L’intento del Sacconi era anche quello di rappresentare, allegoricamente e geograficamente, tutta l’Italia, attraverso personificazioni di virtù, città, regioni e mari. L’unica raffigurazione non simbolica è la statua di Vittorio Emanuele II a cavallo, che si erge proprio al centro della struttura.

L’elemento principale del monumento è il portico neo-classico caratterizzato da colonne corinzie, denominato Altare della Patria, che ben presto connotò l’intero complesso monumentale.

L’architettura ricorda il tempio di Nike situato sull’acropoli di Atene.

Il tema centrale di tutto il monumento è rappresentato dalle due iscrizioni sui propilei: “Patriae Unitati” e “Civium Libertati”, “All’unità della Patria” e “Alla libertà dei cittadini “.

Le due fontane ai lati rappresentano la costa Adriatica con il Leone di San Marco e la costa Tirrenica, con la lupa di Roma e la sirena Partenope.

È il più grande monumento nazionale, capace di eguagliare, per ambizione e dimensioni, il Colosseo e San Pietro.

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