Rinchiuso in un labirinto di strette stradine, si erge uno degli
edifici più rinomati della storia dell’architettura.
L’Italia è già di per sé un effetto speciale, ma il Pantheon a Roma, la dimora dedicata al culto di tutti gli dei (Pan- tutti  Theon- divinità), mette i brividi.
Viviamo in un’epoca di tecnologie incredibili, e tuttavia non sappiamo
come riprodurre costruzioni simili.
Edificato al culmine della potenza e della ricchezza dell’Impero Romano, il
Pantheon è stato lodato e studiato sia per l’immensità della sua
cupola che per la geometria perfetta per oltre due millenni.
 
Durante
questo periodo è stato oggetto di innumerevoli imitazioni e riferimenti
come grandiosa eredità architettonica, perfettamente conservata, di una delle epoche più influenti
del mondo.
Sorge in piazza della Rotonda, ornata di una bella fontana
cinquecentesca, di Giacomo Della Porta, sormontata da un antico obelisco
egizio.
Fu costruito dal’’imperatore Adriano tra il 118 e il 125 d.c. sui resti
di un precedente tempio del 27 a.c. di cui porta ancora la grande iscrizione in latino con lettere di bronzo, “M.AGRIPPA.L.F.COS.TERTIVM.FECIT” – “Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la
terza volta, edificò”. 
Appena entri e alzi gli occhi al cielo, un fascio di sole cattura la tua attenzione, uno spettacolare raggio di luce filtra obliquo
attraverso l’oculus, l’apertura circolare larga 9 metri sulla sommità della cupola, illuminando l’intero edificio.
Uno spettacolo unico, che celebra lo stretto legame fra questo capolavoro architettonico ed il cielo, dimora di tutti gli dei.
In caso di pioggia potrai osservare l’acqua che cade giù prima di sparire nei 22 fori di drenaggio quasi invisibili del pavimento. L’apertura crea un “effetto camino”, una corrente
d’aria ascensionale che porta alla frantumazione delle gocce d’acqua.
Così, anche quando la pioggia fuori è battente, la sensazione è che
all’interno piova meno.
Visitarlo oggi è quasi come essere trasportati indietro
nel tempo, esattamente all’Impero Romano.
 
Indosso un kimono, la vestaglia preziosa che profuma d’oriente, la giacca più nuova per le mezze stagioni da preferire al solito blazer, mentre ammiro questa meraviglia architettonica e ne percepisco, in maniera tangibile, tutto il potere della sua geometria.  
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Locked within Rome’s labyrinthine maze of narrow streets stands one of the most renowned buildings in the history of architecture. 
Built at the height of the Roman Empire’s power and wealth, the Roman Pantheon has been both lauded and studied for both the immensity of its dome and its celestial geometry for over two millennia. 
During this time it has been the subject of countless imitations and references as the enduring architectural legacy of one of the world’s most influential epochs. 
Seemingly impervious to time or destruction, the walls and dome of the Roman Pantheon rise from Piazza della Rotonda, and bath the square in a warm, protecting light.
The Roman Pantheon probably doesn’t make popular shortlists of the world’s architectural icons, but it should: it is one of the most imitated buildings in history, one of the architectural masterpieces of the Italian capital.
The construction of the current Pantheon was carried out during the reign of Hadrian, in the year 126 A.D. The name of Agrippa comes from the place in which the current building is built, which was previously occupied by the Pantheon of Agrippa, built in the year 27 B.C and that was destroyed in a fire in the year 80 A.D.
At the beginning of the 7th century the building was donated to the Pope Boniface IV, who transformed it into a church, in which function it currently finds itself in a perfect state of preservation.
The most surprising aspect of the architecture in the Pantheon is its measurements: the circular building has exactly the same diameter as its height: 43.5 metres. 
The dome, which has the same diameter, is bigger than that of St. Peter’s Basilica. At its top, a 9 meter diameter opening, a surprising oculus, allows natural light to illuminate the entire building.
The rectangular facade that hides the enormous dome is comprised of 16 granite columns which are each 14 meters in height, on which the following inscription can be seen: “M.AGRIPPA.L.F.COS.TERTIVM.FECIT”, which means “Marcus Agrippa, son of Lucius, built this temple when he was a Consul.”
To visit it today is to be almost transported back to the Roman Empire itself.
I’m wearing a kimono,
the precious dressing gown that smells of the East, the newest jacket
for this fall to be preferred to the usual blazer, while I admire
this architectural wonder and I 
 
feel the tangible power of its geometry
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 Location: The Pantheon of Agrippa – Rome – Italy
Photos: James Aliberti
I was wearing:
Eiki kimono
Dolce & Gabbana top
Sportmax jeans
Valentino bag and shoes