La fabbrica del Lingotto, la più grande d’Europa, viene inaugurata da Re Vittorio Emanuele III nel
1923, diventando rapidamente il simbolo dell’industria automobilistica
italiana.

Ispirato ai modelli statunitensi, lo stabilimento progettato dall’ingegnere Giacomo Matté Trucco per la Fiat è uno dei principali esempi italiani di modernità
architettonica, tanto da essere indicato da Le Corbusier come “uno degli
spettacoli più impressionanti che l’industria abbia mai offerto” (Le
Corbusier, Vers une architecture, G. Crès et Cie, Paris 1924).
Lungo oltre 500 metri, l’audace corpo di fabbrica
era articolato in 4 corti e sormontato da una pista di collaudo per la
sperimentazione dei prototipi prodotti in loco. 
Lo stabilimento rimase
in funzione fino al 1982, quando la Fiat decise di dismettere la
produzione della sua sede storica. 
L’anno seguente, a seguito di una
consultazione internazionale finalizzata a studiare il riuso dell’enorme
struttura, l’incarico venne affidato all’architetto Renzo Piano. 
Testimonianza di un passato industriale determinante per l’identità di
Torino, il Lingotto rimane un elemento inconfondibile nel panorama
urbano ed è oggi un centro polifunzionale e un grande polo attrattivo dalla spiccata natura commerciale.
Il complesso, in pochi anni, si è ammantato di un fulgido prestigio diventando sede prediletta di manifestazioni internazionali quali l’annuale Salone del Libro, il biennale Salone del Gusto e diversi eventi di richiamo.
Famoso è l’autodromo sul tetto, un anello lungo un chilometro, con un’impressionante rampa a spirale. 
Ed eccomi proprio qui ove, nel corso del tempo, avvenivano le prove su pista di prototipi in seguito entrati ufficialmente nella “hall of fame” della produzione nazionale, come ad esempio la Torpedo, la mitica Topolino e la gloriosa Balilla.
D’imprinting manageriale, realizzata in una perfetta dicotomia tra acciaio e cristallo, è la “Bolla”, un’attrezzata sala riunioni progettata sempre da Renzo Piano sulla torre sud, situata in posizione panoramica verso Alpi Occidentali.
È
appoggiata su una spessa trave d’acciaio che sostiene all’altro capo la
piattaforma circolare di un eliporto.
Situato in posizione antipolare, rispetto alla “bolla”, v’è un altro grande oggetto architettonico disegnato da Piano, lo “scrigno” sospeso anch’esso su un braccio trasversale, che ospita la Pinacoteca “Giovanni e Marella Agnelli”: una ricca collezione permanente, con opere del Settecento, Ottocento e Novecento, tra cui tele di
Canaletto, di Manet, di Renoir e di Matisse, oltre a due statue in gesso
di Canova.
La concezione avveniristica degli oggetti disegnati da Piano ben si
integra con la concezione, anch’essa innovativa, dell’edificio di
Trucco, innescando un interessante contrasto tra la città di Torino e
queste strane presenze, sospese tra la linea di colmo del lungo
edificio e il cielo. Un cielo particolarmente limpido quello di oggi a Torino, in una sfumatura di blu intensa molto simile ai dettagli predominanti nel mio ootd: una lunga gonna in tulle sdrammatizzata da un paio di comode slip-on.
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(Clicca qui e qui se vuoi vedere due miei diversi outfit dove indosso una gonna in tulle).
The Lingotto, once the main Italian factory of the automobile manufacturer FIAT, was designed in the 1920s by engineer Matté Trucco.
The one million cubic meter building was famous for its imposing industrial architecture as well as for the futuristic vehicle test track placed on its rooftop.
For its time, the Lingotto building was avant-garde, influential and impressive – Le Corbusier called it “one of the most impressive sights in industry”, and “a guideline for town planning”.
80 different models of car were produced there in its lifetime, including the Fiat Topolino of 1936.
After being dismissed in 1982, the Lingotto was fully renovated and converted into a multifunctional center after a design by Italian architect Renzo Piano, as the winner of an international design competition organized in 1984 by Fiat.
Piano’s design left the building’s exterior largely unchanged, while it completely transformed the internal space to accommodate an exhibition center, an ice skating arena, a convention center, theaters, restaurants, a shopping center, a hotel, a department of the University of Turin, and the Pinacoteca Agnelli.
Unknown to the residents of Turin, the rooftop test track was featured in a British film, The Italian Job (1969) as part of the police chase at the end.
The roof and long spiral ramp that was used to bring cars down from the top of the building make for very atmospheric photos for those looking for artistic inspiration.
A wonder hidden in plain sight.

The futuristic concept of the architectural elements designed by Piano is well integrated with the innovative concept of the Trucco’s building, triggering an interesting contrast between the city of Turin and these strange presences, suspended between the rooftop and the sky. A particularly clear sky today in Turin, in a shade of intense blue very similar to the predominant details in my ootd: a tulle skirt played down by a pair of comfortable slip-on shoes.
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(Click here and here to see other outfits where I was wearing a tulle maxi skirt).

Location: Fiat Lingotto Factory – Turin – Italy
Photos: Serena De Iasi
I was wearing:
Dolce e Gabbana blazer
Prada belt
Imperial tulle skirt
Fendi bag
Miu Miu shoes